Con la sua ultima collezione per Maison Margiela, di cui è alla guida dal 2014, John Galliano ci ha ricordato di essere uno dei geni del nostro tempo, della moda e non solo.
Erano anni che di una sfilata non si parlava per giorni e poi per settimane, sempre più spesso le passerelle, sia della moda pronta che dell'haute couture, non fanno altro che lasciare addosso deboli sentimenti, di apprezzamento o di noia che siano, su cui al massimo si spende qualche immagine sui social o qualche riga di parola scritta, mai di più. Con questa sfilata, le Povere Creature di Galliano (con riferimento al fortunato film di Yorgos Lanthimos), ci riportano agli anni '90, ai fasti di quando la maison Dior era capitanata dal Bad boy della moda, e ogni sfilata portava gli spettatori nella bolla di un mondo nuovo e immaginifico.
I modelli non si muovono su una semplice passerella ma con andatura traballante e incerta camminano tra il pubblico, in un ambiente buio e fumoso, un'atmosfera gotica e quasi Horror che mette in risalto volti in porcellana e corpi scolpiti da corsetti e imbottiture, spesso appena coperti da veli per lasciar intravedere una nudità non solo corporea, ma anche spirituale.