Mary Quant, corta la gonna, grande la rivoluzione

di Caterina Corbetta
Dopo Vivienne Westwood e Paco Rabanne, anche la recente scomparsa di Mary Quant ha lasciato nel mondo fashion una voragine sempre più insanabile, perché a lei non dobbiamo solo l'invenzione della minigonna, o il divertimento spensierato della Swinging London con i Beatles e le indossatrici (il termine modella non era ancora in uso) filiformi, a lei dobbiamo dire grazie.
Già nel 1955 Mary Quant aveva aperto la boutique Bazaar, lanciando non solo la moda unisex ma anche le modelle che diventeranno gli idoli dei teenagers negli anni '60, prima fra tutte Twiggy, ragazza della working-class che perfettamente incarna l'ideale di bellezza anni '60.
A Mary Quant è attribuita l'invenzione della minigonna. Nel 1963 lancia il Ginger Group, una linea pret-a- porter che verrà pubblicizzata su Vogue e che porterà alla notorietà della stilista.
I suoi modelli sono miniabiti, minigonne, tailleurs pantalone, calze colorate e impermeabili in PVC lucido. Le sue modelle hanno un'aria infantile, sono alte, con gambe lunghe e magre e capelli corti a caschetto. Mary Quant comincerà ben presto a produrre biancheria intima, cosmetici (da ricordare la sua linea crayon, la cui confezione ricorda quella dei pastelli per bambini) e addirittura biancheria per la casa, tutto distinto dal marchio della margherita nera in campo bianco, immortale come sarà sempre la sua memoria.