Tra i primari, non c'è colore più deciso e più versatile. Dagli abiti in seta di Valentino alle giacche borchiate dei Sex Pistols, sono pochi i colori che, nelle loro gradazioni, sappiano essere sia caldissimi che gelidi, sia esplosivi che sobri e compassati.
In un modo o nell'altro, in una sfumatura o nell'altra, il rosso piace a tutte, tutte abbiamo un capo nell'armadio a cui ci affidiamo per sentirci al top. Dal bugundy al lampone, ai più caldi come il corallo o il peperoncino, anche le personalità più timide ed introverse possono trovare il loro rosso. In armocromia, se il sottotono della pelle è caldo sono da preferire i rossi caldi e aranciati, come l'aragosta e il pomodoro, mentre se il sottotono è freddo meglio quelli freddi come il lampone e il burgundy.
Tuttavia, il rosso non ha sempre goduto di grande popolarità. Accostato nel mondo cristiano al peccato e alla lussuria, nessuna signora che tenesse a definirsi tale ha mai voluto osare troppo, perché un cappotto o un completo fiammanti erano addirittura in grado di creare scalpore, se si incontravano gli sguardi sbagliati.
A invertire questa tendenza, ci ha pensato nel 1959 un certo Valentino Garavani che, con la sua boutique in via Condotti, propone il rosso in una particolare sfumatura tra il carminio, il porpora e il cadmio, così unica da essere ribattezzata "rosso valentino". Pensato per la sera, con stoffe preziose drappeggiati in abiti dreamy o strutturati, il rosso si infiltra, con l'energia che solo lui possiede, in ogni altro momento della giornata e, ben presto, smette di essere solo appannaggio delle signore più eccentriche.
Saranno poi gli stilisti inglesi, da Vivienne Westwood, che addirittura lo propone per gli abiti da sposa, ad Alexander McQueen a portarlo sulle strade, facendolo diventare, mixato al nero e borchie appuntite, uno dei colori bandiera dell'estetica punk-rock.