di Caterina Corbetta
Nello scenario dell'alta moda Valentino Garavani (1932) è uno dei creatori di maggior successo, egli propone una moda incentrata su un modello raffinato e rigoroso.
Egli rappresenta “l’altra faccia della medaglia” della stessa ondata generazionale. Se questi sono gli anni dove spopola il vinile, la pop-art e i colori vitaminici, il mondo di Valentino, non a caso definito “l’ultimo imperatore”, è fatto di tessuti ricchi, sontuosità ed opulenza mai kitsch. Il suo motto è “more is more”, anzi afferma che “grunge e minimalismo mi sono sempre sembrati un insulto alle donne”.
Ha saputo reinventare i fiocchi, nel 1970 lancia la sua prima collezione prêt-à-porter PE 1971, attraverso un accordo di produzione con il Gruppo Finanziario Tessile. Nel 1975, porta le sue collezioni invernali sulla passerella di Parigi. Il suo successo non ha mai avuto flessioni. Il colore Rosso Valentino è una particolare sfumatura di rosso usata di massima solo per alcuni dei suoi abiti. Si tratta di una tonalità di rosso molto acceso che si colloca tra il carminio, il porpora e il rosso di cadmio, tendente all'arancione ma senza mai diventare davvero arancione. Si ricordano l’amore per il drappeggio e il plissé, i temi animalier, i costanti riferimenti al mondo dell’arte e, soprattutto, la passione per quella particolare sfumatura di rosso che ha preso il suo nome trasformandosi in una pietra miliare dello stilista. Famosa è la collezione del 1966 dove introduce il monogramma “V” su abiti e accessori, quella del 1968 dove presenta ventiquattro abiti bianchi dedicati a Jackie Kennedy.
"La creatività è difficile da spiegare, è come una forza interna, un entusiasmo che non si spegne mai e che mi trasmette la forza di lavorare sempre in modo nuovo. Guardando le cose, le persone per strada la fantasia cammina e l’idea prende corpo attraverso la matita."