di Caterina Corbetta

Pochi giorni fa si sono celebrati i funerali del "re dell'animalier", come Roberto Cavalli veniva spesso soprannominato. Ma limitarsi a pensare a lui come a un appassionato delle stampe leopardo è riduttivo, riduttivo come cercare di incasellare tutti gli infiniti colori e pattern che propone la natura, la più grande musa ispiratrice.
il 1970 quando il nome di Roberto Cavalli comincia a farsi strada nell'empireo della moda con un nuovo sistema di stampa su pelle che incuriosisce persino Hérmes o Valentino. Ed è così, che come fosse stato un balzo di uno di quei felini che tanto amava celebrare, ecco che la carriera di Roebrto Cavalli non ha conosciuto zone d'ombra per più di cinquant'anni, non solo entrando di diritto nei grandi nomi della moda, ma creando uno stile riconoscibile e imitato da molti. 
Ma lo stile Cavalli stampe zebrate o leopardati bold e aggressivi, sono anche nostalgici richiami vintage alla dolcezza del flower power, quasi un omaggio alla tendenza willowy della summer of love del 1966 e al floating daisy di Ossie Clark, oppure stampe paisley, velluto a coste e jeans ricamati, moderni richiami al rock anni '70 e alle sue ribellioni.
"tutto mi piace e tutto mi interessa", amava affermare, "il nero non è mai assoluto". Proprio come il mantello di una pantera.

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