di Caterina Corbetta Il Festival del Cinema di Venezia 2025 ha confermato ancora una volta il suo ruolo di sfavillante palcoscenico del grande cinema, ma anche di passerella internazionale di stile. Quest’anno, oltre alla spettacolarità, a catturare l’attenzione è stata l’armocromia: la capacità dei colori di dialogare con incarnato, occhi e capelli, restituendo alle celebrità un’allure unica e studiata. Amal Clooney ha aperto la scena con un abito vintage Jean-Louis Scherrer in viola ciclamino, reso iconico dal maxi strascico balloon. Il colore, intenso e vibrante, si inserisce perfettamente nella palette Inverno, esaltando il contrasto tra la pelle e i capelli, anche se con questo nuovo colore ha compromesso il suo contesto cromatico. Cate Blanchett ha invece optato per un re-wear di Armani Privé, un nero puro con dettagli gemmati: una scelta che sottolinea la sua eleganza naturale, ideale per palette fredde e profonde. Minimalismo sofisticato per Tilda Swinton, che in Chanel ha giocato sul contrasto del bianco e nero. per esaltare la sua pelle diafana e lo stile avant-garde che la contraddistingue. Molto diverso l’approccio di Heidi e Leni Klum, che hanno scelto look quasi opposti: la madre in un abito albicocca luminoso, la figlia in corsetto nero con smeraldi. Un dialogo cromatico generazionale che ha catturato i flash. Delicatezza e modernità invece per Ayo Edebiri, che in Chanel off-white ha incarnato la raffinatezza con nuance morbide e luminose, perfette per il suo incarnato. Riley Keough ha portato un soffio boho con Chloé e collier Cartier tempestato di pietre gialle, rosa e arancio: toni che evocano l’armonia calda e radiosa di un autunno. Toni decisamente più dark per Paris Jackson, che ha scelto un tubino di pelle con piume e choker di diamanti: un look gotico e moderno, che ha ribadito la sua estetica audace. Julia Roberts ha portato invece al Festival di Venezia 2025 un mix equilibrato di eleganza classica, ironia sofisticata e autenticità stilistica. Dall' allure del red carpet al minimalismo raffinato, fino all’irriverente comfort dell’arrivo, ogni look racconta una diversa sfaccettatura della sua figura leggendaria.
di Caterina Corbetta
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